Piazza Ercole

antico centro della città aristocratica
Piazza Ercole

Piazza Ercole sorge nel cuore del centro storico di Tropea. Essa si congiunge in asse N-S con il Corso principale e con le vie che un tempo portavano alle due antiche porte della città (Porta di Mare e Porta Vaticana): Via Roma, orientata a Est verso Largo Duomo e Via Indipendenza rivolta a Ovest verso il Belvedere del Largo Villetta del Cannone. Il nome della piazza è in onore di Ercole (in greco Eracle), mitico eroe fondatore di Tropea. La tradizione antiquaria, rifacendosi alle fonti di Strabone, Plinio il Vecchio e Dionigi di Alicarnasso, ha voluto legare la mitica fondazione di Tropea al più celebre eroe della classicità. Il semidio, dopo aver superato le dodici fatiche e sconfitto i giganti, passando per questi lidi, avrebbe deciso di sostare per riposarsi (fu probabilmente il primo turista di Tropea!). Questa connessione col mitico eroe è dovuta all’antico nome che storici e geografi greci e romani diedero a questo tratto di costa: Forum Herculis, porto di Ercole.
L’edifico che spicca di fronte Piazza Ercole è l’Antico Sedile dei Nobili o di Portercole. Esso fu costruito nel 1703 sul sito dell’antica Regia Bagliva (palazzo amministrativo di epoca normanno-sveva). L’Antico Sedile, è stato per circa un secolo sede della vita amministrativa di Tropea e del territorio limitrofo, poiché all’interno si riunivano le famiglie patrizie di Tropea (un parlamento di nobili). Oggi è di proprietà del Comune di Tropea, al piano terra vi è la sede della Pro Loco, mentre al piano superiore che si apre sul bel loggiato, vi è la mostra fotografica dedicata al celebre attore tropeano Raf Vallone. Sotto l’orologio (aggiunto nel 1892) è ben visibile l’antico blasone marmoreo del Sedile di Portercole. Vediamo sulla sinistra il leone neméo (la belva della prima fatica di Ercole), sulla destra un’altra creatura affrontata durante le dodici fatiche, l’Idra di Lerna, al centro un altro leone incoronato in posizione araldica mentre regge una clava (arma cara ad Ercole), poi in alto la corona aragonese (che cinge lo stemma della città) dalla quale scaturiscono delle fiamme e l’araba fenice (simboleggiante la rinomata vocazione di Tropea a risorgere da terremoti, incendi, guerre e devastazioni). Questo ultimo elemento reca nel becco un nastro con la scritta: Renovant Incendia Nidos: gli incendi rinnovano i nidi.

Dario Godano